S okusom mora
Chi?
Il Museo civico di Umago, in collaborazione con la Comunità degli Italiani "Fulvio Tomizza" di Umago, ha avviato il progetto Sapore di mare con l'obiettivo di valorizzare la tradizione della pesca e preservare il patrimonio culinario basato su prodotti ittici locali e incoraggiarne l'ulteriore diffusione e sviluppo.
Cosa?
Il progetto Sapore di mare è volto a informare il pubblico sull'importanza di consumare pesce e frutti di mare, a fornire informazioni sui tipi di pesce e di frutti di mare esistenti, e sulle tradizioni culinarie locali. L'obiettivo è incentivare il consumo di pesce e frutti di mare e, di conseguenza, rafforzare a lungo termine il settore della pesca nel territorio del Gruppo di azione costiera Pinna nobilis. Il progetto è stato finanziato con fondi europei, tramite il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.
Il progetto è stato finanziato con i fondi del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.
Il pesce come alimento
PICCOLE IMBARCAZIONI TRADIZIONALI DA PESCA IN LEGNO
Dall’inizio del XX sec. il numero di barche da pesca a Umago ha visto un continuo aumento. La maggior parte era di tipo tradizionale, di piccole dimensioni, in legno e a fondo piatto, tra cui topi, battane, battelli e sandoli, adatti alla pesca costiera in acque basse. Queste imbarcazioni venivano legate a colonnette in metallo, dette bitte, lungo la diga del porto di Umago. Nei punti della costa di Umago dove non c’era un porto sicuro, i pescatori costruivano delle gru per avere un “attracco” sicuro per le loro piccole imbarcazioni: battane, caicci, ecc.
Ricette
Francesco Zacchigna, di San Lorenzo (1953)
Cefalo - volpina, muggine, sievol (Mugil cephalus)
Nell’Adriatico ci sono sei tipi di cefali, di cui il cefalo comune è il più importante dal punto di vista economico. Risulta essere, infatti, la specie più pescata di tutta la storia della pesca istriana e umaghese.
Trova il proprio habitat alle foci dei fiumi o alle confluenze dei torrenti e, per questo motivo, veniva pescato nelle zone di pesca stagionali di Sicciole e del porto di Umago, mentre d’inverno a Pozioi. Nel XVII sec. il cefalo comune era considerato più pregiato del branzino e dell’orata. Veniva addirittura salato e spedito a Venezia nei barili. Dalle sue interiora si otteneva anche l’olio per le lampade. Prima della Seconda guerra mondiale, nei mesi invernali durante la migrazione dei cefali nel porto di Umago, si svolgeva la più grande manifestazione di pesca dell’anno, nota come tratta dei sievoli. La baia veniva chiusa con una grande rete a strascico, di proprietà del Comune.
…..Era un lusso per i pescatori, che si preoccupavano di più di proteggere gli stivali che le mani. Una volta, mio padre, 50-60 anni fa, utilizzava 20 reti che insieme raggiungevano i 360 m; oggi, invece, mio figlio utilizza un’unica rete da 5 km.
Danilo Latin, pescatore di Zambrattia (1960)
Pescatori
In passato la pesca professionale non era un’attività molto diffusa a Umago, nonostante la vita lungo la costa fosse fortemente legata alla pesca stessa. Infatti, il commercio del pesce non era ben sviluppato e spesso i pescatori si trovavano a barattare il pescato con i prodotti agricoli. La pesca era un vero e proprio mestiere solo per un numero esiguo di abitanti di Umago e di Salvore; nella maggior parte dei casi si trattava di un’attività complementare a quella agricola. In effetti, molti pescatori venivano impiegati solo durante la stagione della pesca, quando diventavano pescatori per un giorno. Nelle famiglie di pescatori, questa tradizione si è tramandata di generazione in generazione. Il capofamiglia era anche il capobarca, dove l’equipaggio era composto da figli, fratelli e nipoti.
Il primo elemento di svolta per i pescatori fu l’introduzione del motore dopo la Seconda guerra mondiale, seguito dall’acquisto di stivali di gomma, dalla sostituzione delle reti in cotone con reti sintetiche più leggere e dall’installazione di un verricello meccanico per sollevare le reti, che a Umago apparve negli anni ‘70.
I pescatori sono spesso raffigurati con i volti e le fronti solcate dal sole e dal vento. Non si vedono le mani callose, i palmi induriti dalla salsedine e dalle reti, né la schiena ricurva a causa dei remi e delle corde.
Predrag Matvejević, (Breviario mediterraneo)